Il libro di Ruggero, 1154
Al Idrisi, nato a Ceuta intorno al 1100, fu uno dei più importanti geografi del medioevo. Fece i suoi primi studi a Cordova e successivamente viaggiò moltissimo. Oltre a visitare l’Africa settentrionale, si recò in viaggio in Asia minore, percorse la Spagna e la Francia. Il geografo arabo ebbe modo di visitare anche la Sicilia, ed a palermo fu ospite di re Ruggero II.
Il sovrano normanno, anch’egli appassionato cultore di geografia, fece incidere da Al Idrisi su una grande lastra d’argento una mappa raffigurante tutte le terre allora conosciute, denominata “Tabula Rogeriana”. Al Idrisi ebbe il compito inoltre di corredare questo atlante di molte descrizioni, integrandole anche con altre carte geografiche. Il testo che comprende queste descrizioni venne denominato “Il libro di Ruggero“. Alcuni manoscritti di quest’opera sono conservati presso importanti biblioteche a Istanbul, San Pietroburgo, Il Cairo, Oxford.
La descrizione di Adernò scritta da Idrisi nel suo atlante è piuttosto sintetica ma è sicuramente l’unica di quel periodo e dunque per noi preziosa: agli occhi del famoso geografo Adernò appare come una “piccola città” piuttosto che un semplice villaggio; ciò dimostra che Adernò nel periodo normanno doveva essere una piccola cittadina fiorente.
“Adernò, un grazioso casale che si direbbe quasi una piccola città, sorge su una cima rupestre, è dotato di un mercato, di un bagno, di una bella rocca e abbonda di acque. Esso è situato alle falde del Mongibello, verso sud.(…).
A ponente di Catania scorre il Simeto, fiume ragguardevole che si riversa nel mare e che abbonda di pesci tanto grandi e saporiti come non se ne trovano altrove…”
(Al Idrisi, Il libro di Ruggero, 1154)